Basta creare un grande fumetto per avere successo?
Cos’è un bias cognitivo?
Un bias è una semplificazione mentale che utilizza il cervello per arrivare a delle soluzioni nel modo più veloce e più semplice possibile.
Questo è un bene? mmm non sempre.
Uno dei bias cognitivi più dibattuti dell’inizio del XXI secolo è quello della meritocrazia.
La domanda se la meritocrazia sia un falso mito è una questione complessa e dibattuta, che ha suscitato numerose riflessioni nel mondo della filosofia, della sociologia e dell’economia. Molte sono le teorie in cui la meritocrazia non solo è un concetto fuorviante, ma può causare anche frustrazioni e aumentare per assurdo le differenze sociali.
Si può riassumere questo bias con la frase “eh, ma se un artista è così conosciuto / se vende così tanti libri/ se ė arrivato dove è arrivato un motivo ci sarà”. Verissimo, ma non sempre è grazie solo al talento.
Oggi qui a LP studio andiamo a sviscerare il problema e vedremo come cambiare atteggiamento sulla meritocrazia può portare ad essere più sereni nella vita e meno frustrati.
Essere bravi in qualcosa non significa che si avrà successo.
Siamo portati quasi a livello inconscio che quando una persona è brava a fare qualcosa, come a disegnare o scrivere delle storie in questo caso, è automatico che questa persona avrà successo. E anzi, al contrario se non si riesce a raggiungere il suo livello di tecnica o bravura, saremo per sempre destinati al fallimento.
Questo è un gravissimo errore di percezione della realtà. Perché nella vita vera, essere estremamente bravi in qualcosa non basta.
Facciamo un esempio pratico: tu puoi essere il più veloce centometrista della storia, da infrangere ogni record, ma se sei nato in un’isola polinesiana senza la possibilità di partecipare a competizioni ufficiali come i mondiali di atletica o le olimpiadi, nessuno lo saprà mai.
Questo potrebbe sembrare un tipico ragionamento tautologico (che ė il termine filosofico per dire grazie al cazzo), ma il problema è che molte persone usano lo stesso ragionamento ogni giorno.
Certo, con lo sport è un po’ più facile, se corri 100 metri sotto i 10 secondi di base un biglietto per le olimpiadi qualcuno te lo da, ma che dire per tutte quelle discipline dove conta moltissimo il gusto personale?
Come capire se uno scrittore o un fumettista è meglio di un altro?
Non giriamoci attorno: non si può, perché non è misurabile oggettivamente.
Se qualcuno riuscisse a raggiungere gli 8 metri in salto in lungo è automatico che verrebbe percepito come un grande atleta.
Per quanto riguarda l’arte o i fumetti, invece, ci sono tantissimi fattori in ballo, come il gusto personale, la moda del momento… (assolutamente da non sottovalutare).
Quante volte abbiamo visto prodotti esistenti sul mercato per anni e che improvvisamente fanno il botto solo perché non era ancora giunto il momento giusto? (E da qui l’essere nel posto giusto al momento giusto non è un’abilità, è un fattore molto aleatorio)
Il mondo è pieno di prodotti mediocri che hanno successo.
Arriviamo al punto: purtroppo fare un fumetto o un libro di estrema qualità non garantisce automaticamente il successo.
E questo purtroppo è un dato di fatto. Anzi, il mondo è pieno di prodotti mediocri che hanno molto successo. Come mai?
Perché subentrano altri fattori, come la promozione, il marketing, il posizionamento del brand all’interno del settore competitivo, il forte carisma dell’autore o del promotore che esulano la reale abilità nel fare grandi fumetti.
O semplicemente perché danno al pubblico esattamente quello che vogliono, e questo non sempre è una buona cosa.
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Basta avere fortuna o conoscere le persone giuste per avere successo?
Assolutamente no, non è questo che sto dicendo.
Al contrario, il mondo è molto più complesso di quello che sembra, e ci sono tantissimi altri fattori in gioco. La maggior parte di essi agiscono al fuori della nostra portata e possono determinare il successo o il fallimento di un prodotto.
Caso eclatante, case study: J Rowling decise di pubblicare un libro che non fosse harry potter, un giallo intitolato “Il Richiamo del Cuculo” firmandolo con lo pseudonimo di Robert Galbraith.
Ebbene, anche se a detta dei critici era ed è un ottimo libro, è documentato che non se lo rifilò nessuno e non scalò le classifiche.
Ciò spinse l’editore e la Rowling ad ammettere pubblicamente di averlo scritto lei: secondo le stime Amazon, dopo l’annuncio le vendite del libro aumentarono del 500% solo nella mattina successiva.
Se c’era bisogno di ribadirlo ancora: la qualità, da sola, non basta!
Le mie personali considerazioni.
Ma insomma, Leo, detto questo cosa consiglieresti di fare?
Per prima cosa: smettila immediatamente di misurarti con gli altri.
Se i tuoi competitor hanno più successo o più visibilità, non è matematico che siano anche più bravi di te nel vostro campo.
Potrebbero avere altre abilità, come la comunicazione o il rapporto con il pubblico, potrebbero essere spinti da persone o agenzie che traggono da loro profitto, oppure si sono trovati nel famoso posto giusto al momento giusto.
Rapportarsi con il successo degli altri fa gravemente male alla salute!
Per affrontare la questione in maniera sana è però obbligatorio aumentare la nostra bravura e la qualità per diventare dei potenziali autori di serie A.
Dobbiamo entrare nella mentalità positiva del miglioramento continuo.
Tieni traccia dei tuoi progressi, di quanto TU stai migliorando e cerca di acquisire sempre nuove abilità che ti aiuteranno nel tuo lavoro.
La seconda parte della ricetta.
Nel bene o nel male, è necessario investire seriamente in comunicazione e promozione, e sforzarsi di creare un’identità chiara e riconoscibile.
Bisogna imparare a comunicare i propri progetti in maniera efficace, a metterci la faccia (e questo lo bene è molto, molto difficile) e crearsi con fatica un proprio pubblico.
Il resto, purtroppo, è nelle mani di eventi al di fuori della nostra portata.
Ma come si dice in gergo, “se non si compra mai un biglietto della lotteria si ha il 100% delle possibilità di non vincere nulla.”
Se invece sei ancora all’inizio e devi ancora creare il tuo personale progetto, oppure se in una fase di stallo, ti consiglio questo articolo in cui spiego i cinque punti chiave per non perdere l’entusiasmo.
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